Il 23 luglio la Casetta Blu ha ospitato Colazione sull’erba, un laboratorio di immersione nell’arte e in se stessi a contatto con la natura.

Irene Polimeni, specializzata nell’utilizzo di tecniche espressive e creative, ci ha guidato in questo percorso alla scoperta dei sensi e dell’espressività!
Ma perché associare il famoso dipinto “Colazione sull’erba” al laboratorio immersivo?

In questo articolo, Irene Polimeni descrive non solo il significato, ma ci aiuta a ripercorrere le diverse fasi del laboratorio!

L’incontro prende ispirazione dal soggetto “Colazione sull’erba”, con riferimento non solo all’opera più famosa e scandalosa dipinta da Manet, ma anche ad altre varianti sul tema realizzate da diversi artisti nel corso del tempo.

Il tema centrale, e concettuale, che definisce il “pretesto” dell’incontro-laboratorio è quello di una colazione-pranzo al sacco-pic nic all’aperto in cui ogni partecipante diventa protagonista attivo di un rituale di condivisione sociale e creativa.

Undici persone – alcune sconosciute o semisconosciute tra loro – si sono incontrate, in un luogo aperto e naturale, per conoscersi, raccontarsi, improvvisarsi e giocare.

In questi incontri, per l’appunto, è il gioco il filo conduttore che sorregge la dinamicità e la libertà espressiva dei partecipanti, che consente di costruire un’atmosfera leggera e favorevole all’apertura e alla condivisione autentica e sincera.

L’incontro laboratorio, si è strutturato in diverse fasi che hanno compreso una parte introduttiva e di presentazione, una fase di rilassamento e di focalizzazione sul respiro, una fase successiva di gioco e movimento libero nello spazio con il supporto della musica, una parte cruciale di contatto e ascolto reciproco in cui i partecipanti sono stati divisi in coppie, ed in una parte conclusiva di sviluppo creativo e di esplorazione personale tramite la contemplazione di alcune opere artistiche messe a disposizione.

Al calare del buio, eravamo tutti radunati in cerchio, seduti a terra sulle stuoie, a farci luce con le torce e condividere ognuno le proprie personali riflessioni sull’esperienza.

Che cosa è successo quindi?

Ci si è presi un tempo per fermarci ed ascoltarci, innescando un processo creativo e sociale, in una forma inconsueta – eppure così ordinaria – per prendersi cura di sé e stare bene, dimenticando, per qualche ora, gli impegni e le fatiche delle nostre vite quotidiane.