Il laboratorio ispirato al mito di Persefone e Demetra è stato un percorso di ricerca personale profondo che ha toccato temi importanti come la femminilità, la passione, la risalita dopo una caduta, l’autostima, e soprattutto il rapporto madre-figlia e viceversa.
Nell’arco delle tre giornate si sono alternati momenti di concentrazione e focalizzazione su se stesse, sul rapporto col proprio corpo e sul contatto tattile e affettivo con il corpo delle altre e momenti di verbalizzazione e riflessione condivisa in gruppo, nell’accettazione e sospensione del giudizio di sé e degli altri.

Ogni stimolo esperienziale e sensoriale è stato oggetto di discussione e rielaborazione personale, successivamente messo al servizio di una costruzione scenica creativa collettiva, che partiva però da un’esperienza di ricerca ed evoluzione prima di tutto individuale, libera e spontanea.
Tra le partecipanti si è innescata una dinamica di generosità autentica e di liberazione emotiva, sostenuta da un ambiente protetto ed accogliente, che ha fatto sì che tutte potessero sentirsi libere di contare sulla forza del gruppo per depositare all’interno del cerchio alcuni frammenti di sé tra i più intimi e qualche volta indicibili.

Le esperienze provate grazie agli stimoli teatrali hanno favorito l’accesso alla propria interiorità e una più profonda connessione relazionale col gruppo, in cui si è consacrata un’esperienza immersiva e catartica per tutte.
La mediazione teatrale e creativa ha permesso alle partecipanti di concedersi con generosità e senza filtri e di far emergere anche alcuni lati di sé nuovi o ancora inespressi.
Di giornata in giornata, il lavoro di ricerca maturava in loro nuove consapevolezze che poi venivano riportate e condivise all’incontro successivo.
L’ultima giornata, dedicata a ripercorrere le parti più significative dell’esperienza e alla costruzione creativa finale su improvvisazioni, ha lasciato dei segni profondi di significato e di valore, per me che l’ho condotto e ho avuto l’ennesima prova dell’efficacia e della potenza del teatro e dell’uso che ne faccio nel mio lavoro, e per chi soprattutto ha partecipato, che si è visto “protagonista” della propria storia e della propria esperienza di liberazione.
